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Arcieri de lo Biscione

Scudo Arcieri

Gli arcieri de lo Biscione formano un piccolo esercito che protegge il territorio di cui è padrone il Conte Giovanni Anguissola, Signore del Borgo di Grazzano. Nelle parate o negli allarmi vestono la casacca rossa e blu, i colori della Compagnia de lo Biscione. Gli archi in dotazione sono ricavati da doghe di legno pregiato, in particolare tasso, olmo e maggiociondolo, che i Maestri Arcai della Compagnia selezionano nelle notti senza luna e lavorano dopo lenta stagionatura con attrezzi artigianali come nel Medioevo.
Con arco e frecce difendono il Borgo da attacchi dall’esterno e mantengono l’ordine nel contado per assicurare agli abitanti ed ai viaggiatori momenti di gioia e divertimento.
Nei periodi di pace, utilizzano la loro abilità per procacciare la selvaggina andando a caccia nelle terre di proprietà del Conte Giovanni, sempre attenti ad eventuali cacciatori di frodo che vengono prontamente catturati ed imprigionati.
Una volta all’anno, in Autunno, si radunano tutti insieme ad arcieri di Compagnie amiche per dar vita al Torneo de lo Biscione, una Gara di tiro per eleggere il migliore, il quale sarà nominato Capitano della Compagnia durante il Corteo di fine Maggio.

Carlo lo Foresto

Il suo nome riflette le sue origini, che infatti non sono legate al borgo di Grazzano. Proviene dall’esercito della città di Milano. Da qui è stato bandito e mandato in esilio nel contado a seguito di un acceso diverbio con il capitano della Compagnia a difesa della Porta Romana. Il motivo?…..Una banale questione al giuoco dei dadi. Severo e solitario è il capocaccia della compagnia e comanda il gruppo di uomini che durante le pause delle campagne militari deve procacciare la selvaggina per la comunità. Il suo stemma è l’oca bianca, simbolo di abbondanza ereditato da un ramo toscano della famiglia: gli Ubriachi di Firenze.

Fra Tino della Confraternita dei Benedettoni

E’ la guida spirituale della compagnia ed il suo nome non rispecchia a pieno le sue fattezze. I suoi servigi non sono soltanto di natura religiosa. Non arretra certo quando è necessario impugnare arco e frecce per difendere il borgo e tra le pieghe del saio nasconde uno spadino che sa rendere micidiale. Non si conosce la sua storia, certo è che Fra Tino non ha sempre indossato l’abito monacale e sotto il cappuccio da francescano nasconde un passato burrascoso. Qualcuno racconta di averlo visto sui campi di battaglia in tenuta da combattimento con tanto di spadino, camaglio e, naturalmente, arco e frecce. Il suo stemma riproduce tre falchi in campo azzurro, a simboleggiare il suo spirito libero ed etereo, ma con i piedi ben piantati a terra.

Andrea de lo Borgo

Proviene dal borgo e ha un’attività di conciatore di pelli. E’ stato arruolato nella Compagnia durante le gare di tiro con l’arco organizzate la domenica mattina dopo la messa. I selezionatori dell’esercito l’hanno subito individuato come un possibile arciere de lo Biscione. E lui non li ha smentiti, diventando in breve tempo uno dei migliori. Ama la caccia e le battute al cinghiale nei boschi del contado.

 il Mongolo
Paolo Bubulcibus detto "il Mongolo"

E’ un mercenario. Scappato dal suo esercito e dalla sua terra, le steppe dell'Est, per motivi non chiari, si è rifugiato nella Penisola ed è approdato a Grazzano andando a ingrossare le fila della Compagnia de lo Biscione. E' in grado di tirare un micidiale arco mongolo ricurvo molto forte e in battaglia lo si può facilmente riconoscere per i suoi abiti a forti tinte e il caratteristico elmo con lunghissimo pennacchio di crine di cavallo.

 Petrus lo Genius
Petrus lo Genius

Arciere di comprovata abilità e spiccata intelligenza ed inventiva (ecco il perchè del suo soprannome). Per migliorare le sue prestazioni di tiro è stato in grado di inventare e realizzare un complicato arco a mezzo di carrucole e leverismi. Con questo strumento del Demonio era in grado di colpire qualsiasi bersaglio a qualsivoglia distanza. Ma Fra Tino, spalleggiato dal Capitano Piero lo hanno costretto a gettare tale instrumento nel fuoco tacciandolo di eretico e indemoniato. E Petrus e tornato al vecchio arco in legno...

 Mirko van den Felden
Mirko van den Felden

Anche lui un mercenario originario della Bassa Sassonia. La sua stirpe è discesa nella terra italica al seguito dell'imperatore germanico Federico I il Barbarossa e ha preso dimora nelle nostre terre. Tipici tratti nordici con folta capigliatura bionda. Unica caratteristica in contrasto con la sua origine barbara: un fisico esile e scattante piuttosto che poderoso e forte. Per questo predilige archi poco potenti, con i quali è comunque infallibile.

 Stefano de la Nigra
Stefano de la Nigra

Uomo forte e poderoso delle nostre terre, originario della campagna e dedito alla coltivazione ed alla caccia. Buono e gentile d'animo... ma meglio non farlo innervosire. Vi potreste trovare appesi ad un muro cme un portatorce!

IsottaElisa
Isotta, Elisa & Simona

Sono le uniche donne della Compagnia. Si occupano di tutta l'organizzazione del campo e del sostentamento di tutti gli arcieri. Non disdegnano comunque la pratica del tiro con l'arco e, sia in battaglia che nelle battute di caccia, danno un validissimo contributo al buon risultato della missione. Senza contare che con la loro bellezza ed il loro sorriso rallegrano l'ambiente e possono essere utilizzate come spie o esche per i nemici. Come faremmo senza di loro???

Luca & Niccolò
Luca e Niccolò

Sono i due piccoli della Compagnia, che in età precoce sono scappati da casa per arrualarsi nelle milizie di Grazzano. Nonostante la giovane età sono valorosi in battaglia e precisi a caccia. Il Capitano li tiene sotto la sua personale protezione come un padre, mentre Fra Tino è diventato la loro guida spirituale e li ingaggia come aiutanti nei servizi religiosi.

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Il cucciolo Luca

E' la mascotte della Compagnia, il più piccino. Con il suo archetto di tasso e le sue corte frecce riesce a essere preciso sul bersaglio. Appena può si butta nel giuoco della palla anche con i più grandi. E' accudito dalle donne della compagnia ed è sotto la speciale protezione del capocaccia Carlo lo Foresto.

 

     

 

  

 

 

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